La moda del giorno è una tiranna che non sempre conviene lusin­gare, imperocché i suoi capricci sono sempre esagerazioni del vero buon gusto. Da un mezzo secolo a questa parte si è cercato dimitare nei mo­bili lo stile di quasi tutte le epoche, cominciando dal gotico primitivo fino alle esagerate lindure del secolo Luigi XV.

La fantasia di alcuni artisti concepì stupende cose in mezzo a grot­tesche frivolezze; - ideò strane figure, ornati fantastici, sagome barocche, ove al neo-greco era innestato il pompeiano e il bisantino:- e al gotico alemanno lo stile bramantesco. Si videro amalgamare ornati alle più dis­sennate forme di mobili copiati da tabernacoli, da pergami , perfino da facciate di chiese. Lo stile pompeiano, malamente tradotto, si vide anche in questa esposizione adattato a mobili, che sarebbero stati tanto più belli ed eleganti, se avessero avuto delle forme più comode e meno fragili, degli ornati più semplici, e di minor pretesa.

I mobili italiani erano quasi tutti destinati a corredare abitazioni eminentemente signorili, e pochi erano adattati ad usi giornalieri. Vi erano letti artisticamente intagliati e di un valore altissimo, che tutti ammira­vano, ma che nessuno comprava ; stipi grandiosi, tavole splendidamente intarsiate, cornici elegantissime, caminetti riccamente scolpiti, cofani di ogni maniera, ma sempre servibili per gente grandemente facoltosa.

La bella, semplice ed elegante ebanisteria, quella che serve al decente corredo di ogni onesta abitazione cittadina, il mobile svelto, comodo e grazioso che si presta ad ogni uso giornaliero, e che seduce per il buon prezzo e 1 utile novità della forma, mancavano totalmente nella sezione Italiana, e conveniva andarli a cercare nelle sezioni Inglesi, Francesi, Ger­maniche e specialmente Danesi.

I soli mobili italiani di esclusivo uso comune erano le sempre festeg­giate e bene accolte sedie leggiere di Chiavari. Il giurì le trovò sotto ogni rispetto meritevolissime di encomio e dincoraggiamento. E di fatti furono tutte premiate e con maggior distinzione quelle che riunivano un mo­dicissimo prezzo a solidità ed eleganza di forma.

La manifattura delle sedie chiavarine è ormai conosciuta in tutte le parti del mondo civile, e come quella delle sedie e mobili di legno cur­vato del Thonét di Vienna è ricercatissima ovunque, e forma un impor­tante ramo del commercio ligure. Ma di queste belle sedie dovrò parlare più distesamente quando toccherò più specialmente delle premiazioni.

Dal fin qui detto parrai resultare che un vero e proprio progresso non fu avvertito nella manifattura dei mobili italiani, e di fatti, mentre per leccellenza dellarte dellintaglio e della tarsia furono dal giurì decretati tre diplomi di onore, e quattro medaglie di buon gusto ai mobili italiani, una sola medaglia di progresso venne accordata al milanese Rizzi per le sue tende di legno ad uso di persiane da finestre. E bene a ragione nes- sunaltra consimile medaglia fu conferita, imperocché con grande ram-