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Ebbero poi le menzioni onorevoli :

IN 0 4 espositori di Napoli ;

della Toscana ; della Liguria ; della Venezia; della Lombardia ; di Roma ; della Sardegna ; dellUmbria ; dellEmilia.

Da questi quadri chiaramente risulta che lItalia nel gruppo Vili so­pra 477 espositori ebbe 59 premiati, cioè quasi il 37 per 0\0 : il che sem­brami determinare un assai lusinghiero risultato per lindustria del legno in generale. Ma però lesposizione di Vienna del 4873 ha realmente rive­lato un progresso notevole in questa industria? Ciò non si potrebbe coscien­ziosamente affermare, e per la sola ragione che la vera industria del legno non fu che molto imperfettamente rappresentata in questa come nelle pre­cedenti esposizioni universali.

Molti espositori italiani, e specialmente quelli del gruppo Vili, ebbero sempre il gran torto di non formarsi una idea ben chiara dello scopo vero e reale delle grandi rassegne industriali. Queste furono sempre più considerate come un immenso bazar ove si presentavano maggiori proba­bilità di vendere con convenienza i prodotti, anziché come una vasta pa­lestra ove le forze manifatturiere della nazione dovevano misurarsi, ove i confronti dovevano stabilire la maggior perfezione raggiunta tanto nel­leccellenza del lavoro, quanto nelleconomia del prezzo ; ove infine doveva stabilirsi il vero progresso industriale delle nazioni, col dimostrare che il maggior comodo, la eleganza, e il buon prezzo erano stati raggiunti a benefizio di tutte le classi sociali. Qui invece come a Londra nel 4862, e a Parigi nel 4867, dovemmo notare una quantità ben grande di oggetti di lusso eseguiti per le classi privilegiate dalla fortuna ; una considerevole collezione di mobili destinati più al lusso che al comodo, e non erano sempre giustificabili i prezzi che si chiedevano di quei lavori. Dovemmo persua­derci che non sempre il buon gusto e la correttezza del disegno erano le doti principali di quei mobili, cui si era voluta dare limpronta dellarte, e che in generale difettavano, meno pochi, per una bella armonia nelle loro parti. Lamentammo non poche scorrettezze nello stile, e una sover­chia profusione negli ornati, che soventi volte pregiudicano invece di cre­scer pregio e valore ad un mobile: e dovemmo inoltre convenire che la parte della ebanisteria era la più trascurata nei mobili di gran prezzo. Infine a lato di un gran numero di meriti industriali e di lavori prege­voli, riscontrammo in generale un gusto che poteva esser meglio diretto e la ricerca dello straordinario, anziché del vero bello.