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scuola per imparare quello che si può ottenere collo studio, onde rendere più belli, più utili e meno dispendiosi i prodotti delle proprie fabbriche.
Di queste verità vorrei che se ne facesse una buona volta tesoro, e che la voce autorevole dei giurì internazionali non restasse « Vox clamanti in deserto ».
L’Italia non fece conoscere a Vienna la sua capacità produttiva nella industria del legno, imperocché se avesse dovuto desumersi dai campioni spediti colà, sarebbe stata inferiore alle nazioni meno prospere. E invece, se havvi una industria che sempre abbia prosperato, specialmente per i bisogni interni del regno, questa senza dubbio è stata l’industria in questione.
Nessuno ignora che non solo nelle grandi città, ma anche nelle più umili borgate italiane la maggior parte dei cittadini abitano case molto decentemente provviste di ogni genere di mobilie; le quali quasi esclusivamente provengono da opifici nazionali.
Ad eccezione di pochi appartamenti signorili in qualche grande città ove incontransi mobili esteri, e specialmente derivanti dalla Francia, Inghilterra, Austria e Belgio, la pluralità delle masserizie più comuni è sempre somministrata da fabbricanti italiani.
E non solo in Italia, ma nella Francia, nella Svizzera, nell’Illiria, nella Dalmazia, nella Grecia, in Egitto, nell’Algeria, e nelle altre coste Africane, moltissimi mobili provengono da fabbriche nostrane. I soli mobili di lusso e specialmente quelli intagliati, intarsiati e dorati vanno a corredare le ricche abitazioni di altre estere contrade, e in principal modo dell’Inghilterra, Russia ed America. Da qualche anno si fa un gran smercio pure colla intiera Germania, e maggiore forse sarebbe stalo per l’avvenire, se meglio la ebanisteria italiana fosse stata rappresentata nella esposizione di Vienna.
Credo però che oramai molte fabbriche italiane di mobili comuni siano abbastanza conosciute all’estero, per non sentire grave pregiudizio, se non concorsero alla mostra di Vienna. Dal lato economico forse non scapiteranno, ma senza dubbio avrebbero molto guadagnato dal lato morale deH’amor proprio, se avessero coi loro bei prodotti fatto conoscere anche agli ignari, che questa sezione dell’industria del legno è benissimo coltivata in Italia.
Eccellenti sono in gran parte i prodotti delle nostre fabbriche, che determinano un commercio florido ed attivo, come ci piace di meglio constatare, riproducendo le seguenti tavole d’esportazione, importazione e transito di mobili, durante gli anni 1867, 68, 69, 70, 71 e 72.
Degli anni precedenti ne furono da me stesso indicate le risultanze in altra mia pubblicazione 0).
(1) Vedi Fihocchietti: Delle industrie relative alle abitazioni umane. Firenze, tipografia Pellas, 1868.