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Relazione del conte Demetrio Carlo Finocchietti sulla industria del legno quale era rappresentata all'esposizione universale di Vienna nel giugno 1873
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Una buona scuola di tarsia manca quasi affatto in Italia, e se il Gatti ed il Lancetti non fanno qualche allievo che sappia imitarli , verrà un giorno che questa nobile ed antichissima arte professionale si troverà nuo­vamente abbandonata ai mestieranti, come disgraziatamente lo è adesso in molte città italiane l 1 ).

Mentre in Italia si esercita su larga scala e con grande progresso lintaglio in legno, la tarsìa ha pochi eccellenti maestri, e pochissimi al­lievi. Tutti gli ebanisti la pretendono ad intarsiatori, ma il cielo ne liberi da quellaccozzaglia di pezzetti di legno messi insieme alla peggio, e che non hanno altro pregio, tranne quello di smaglianti colori.

Havvi qua e qualche buono intarsiatore, ma diffìcilmente vedonsi pregevoli opere, e quasi tutte provengono da Roma, Perugia, Milano e Brescia. Come più sotto accenneremo, ora in Siena si è cominciato ad attendere nuovamente alla tarsìa, ed è questo un solennissimo benefizio per larte, conciossiachè è di che surse questa nobile arte insieme al­lintaglio: è che tuttora gelosamente si custodiscono le preziose opere di Niccolò de Cori, del Barili, di Giovanni da Verona , di Raffaello da Brescia, e di tanti altri celeberrimi intarsiatori. E di che si partirono i primi restauratori dell arte del legno nel secolo attuale; è di in fine che i più distinti intagliatori italiani hanno attinte le prime ispirazioni del beilo e dei buouo.

Sarebbe una grande ventura se in quella gentile città sorgesse una buona scuola di tarsìa in legno che consolidasse meglio questarte fra noi e ci allevasse degli alunni che sapessero coltivarla con solerzia, intelligenza e buon gusto ! E sarebbe desiderabile che ne prendesse liniziativa quel valentissimo direttore della R. Accademia di Belle Arti, che è il prof. Luigi Mussini, che meglio di ogni altro potrebbe dirigerla.

E con questo voto sincerò chiudo il mio dire su questa sezione e passo ad altre.

Sezioni C e D. Queste due sezioni non avevano riuniti se non dieci espositori, dei quali a me non riuseì di vedere che i lavori di un solo, Augusto Rizzi di Milano, che appartenevano alla sezione D. Mi parvero meritevolissimi di considerazione , e di fatti i miei colleghi de­stinati all esame di quella sezione, pare che dividessero non solo la mia opinione, ma che restassero pienamente convinti del progresso che aveva fatta in Italia quell industria , imperocché assegnarono al suo di­stinto produttore la medaglia del progresso , unica distinzione di tal ge­nere che ebbe il gruppo Vili. Tali lavori consistevano in tende ad uso di persiane, che a Milano si lavorano egregiamente ; e rammento con pia­cere di averle ammirate eziandio allorquando nel 1871 ebbi 1 onore di

(1) Vedi Finoccbietti : Della scultura c tarsia in legno. Tipi Barbèra. Firenze, 1873.