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la sua composizione, ed elegante la forma degli ornati, fu premiato con una medaglia di merito.
La stessa ricompensa ottennero i bellissimi mobili intagliati in ebano di Raffaelo Vespignani di Roma. Lo stipo intagliato a figure era egregiamente lavorato e composto, buono fu riscontrato il disegno, solida la costruzione, insomma parve al giurì che a buon diritto quell’espositore potesse annoverarsi fra i migliori,ed a tal uopo unanimemente gli concesse la sur- ferita distinzione. E tanto più si persuase a concedergliela in quanto che non era quello il solo lavoro bello del Vespignani, ma gli andava compagna una graziosissima cornice, che a parer mio possedeva più merito ancora dello stipetto.
11 Vespignani e i fratelli Gomez non avevano mai concorso a nessuna mostra mondiale, e con piacere il giurì salutò questa loro prima soddisfacente comparsa, che di buon grado mi auguro non debba essere l’ultima, che mi presenti opportunità di poter consacrare qualche pagina a loro lode.
I veneziani Fortunato Gianni e Antonio Camuffo presentarono dei buoni quadri intarsiati con legni naturali ed esprimenti vedute venete e figure di un assai buon effetto. E se non vi fossero stati confronti di altre migliori tarsie, certamente i giurati sarebbero stati meno severi nell’accordar loro una ricompensa che non potè essere maggiore dell’onorevole menzione.
Credo però che in qualunque altra occasione i lavori di quei due bravi veneti potranno giustamente ottenere più larghe ricompense.
II giurì internazionale di Vienna fu con tutti severo e imparziale, ma più specialmente poi con quelle nazioni, che come l’Italia aveano fama di essere maestre in certe determinate arti. Le cose che avevano le pecche più leggiere, e che ad un’altra nazione non venivano addebitate, per l’Italia erano un motivo di maggiore difficoltà per ottenere un premio. Il mediocre non era ammesso ad una nazione come la nostra, maestra sempre di ogni arte e gentil disciplina. Si è per queste ragioni che molti altri espositori si ebbero la menzione onorevole, anziché la medaglia di merito.
Il mobile grandioso di ebano intarsiato di avorio ed ornato di pietre dure che espose Mauro Mauprivez di Milano non ottenne a Vienna il successo che ebbe in patria. Troppi, e troppo sfavorevoli per esso furono i confronti con altri mobili italiani e stranieri, varie le maniere di giudicare delle sue forme, e della sua parte di ebanisteria: infine la maggioranza più propensa a concederle una menzione onorevole, la vinse sopra la minoranza che desiderava conferirle una medaglia di merito; e la prima distinzione fu quella adottata dal giurì di gruppo.
Uguale sorte toccò ai moltissimi e pur graziosi mobili intarsiati a vaghi colori dall’udinese Pietro Ferigo, che io aveva avuto luogo di commendare e vedere giustamente premiati alla esposizione nazionale di Milano del 1871. Ma là dovevano sostenere modesti confronti; qui invece la palestra