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d’intagliare ed intarsiare il legno nei lavori a prospettiva condotti maestrevolmente nel coro della primaziale pisana, ove lavorarono eziandio, come altrove ebbi luogo di dire (Ù, Giuliano da Maiano, Domenico di Mariotto, Guido del Servellino e il Cervelliera. La fama maggiore però dei Sangallo fu determinata dalle loro opere architettoniche, delle quali non è questo il luogo di parlarne. Giuliano mori nel 1517.
11 suo fratello Antonio pure si applicò all’arte dell’intagliatore, e fece specialmente bellissimi e grandi crocefissi di legno, come ne fa fede quello sull’altare della SS. Annunziata in Firenze. Altro ne fece per i frati di S. Gallo in S. Jacopo fra i Fossi, ed uno per la compagnia degli Scalzi; ma chi sa cosa avvenne di quelle due pregevoli opere!
Antonio fu persuaso dal fratello Giuliano a lasciare l’arte del legno, ed applicarsi come esso all’architettura, nella quale arte divenne poi peritissimo, e splendido esempio ne lasciò nel famoso tempio di S. Biagio a Montepulciano. Morì nel 1534.
Le cronache del 4540 rammentano anche un Chimenti Camicia fiorentino che lavorò d’intaglio per il Re d’Ungheria, al quale prestò lunghi e importanti servigi come architetto, fabbricandogli palazzi, ville e giardini. Morì molto giovine, essendo stato pochissimo in Firenze, ove non si conosce alcun suo lavoro.
Celebratissimo maestro di legname fu parimenti Giovanni di Alessio di Antonio, conosciuto più comunemente col nome di Nanni litigherò.
Nel 4509 fece l’ornamento dell’organo della Nunziata di Firenze che terminò nel 4520 per 200 fiorini larghi d’oro.
Nel 4510 eseguì l’ornamento per due altari di S. Maria del Fiore col loro architrave, cornicione e corona.
Ma la sua più grande opera fu il coro di noce per la chiesa dei Servi allogatogli nel 4528, e terminato nel 4539 colla spesa di L. 4859,
Cosa avvenisse di questo stupendo lavoro di legname, del quale parlano con encomio gli storici di quel tempo, non saprei dirlo, e neppure all’erudito Milanesi è bastato l’animo di averne contezza. Chi sa a quali vicende fu serbato, e forse è probabile che qualche pezzo ancora ne avanzi e si conservi nei musei esteri, e specialmente in quelli della Germania, ove esistono notevoli frammenti di cori antichissimi tolti da chiese di abbazie italiane. Di molti si conosce l’epoca, ma non il nome dell’autore, e molti io pure ne ho ammirati nei musei di Vienna, di Monaco, e di Salisburgo.
Nanni Unghero fece eziandio molti lavori di quadro ed intaglio per la villa di Zanobi Bartolini a Rovezzano presso Firenze, e per il palazzo dello stesso Bartolini da S. Trinità, ove adesso è la locanda del Nord; e in altro della stessa famiglia situato in Vaifonda.
(1) Vedi Finocchietti: Della scultura e tarsia in legno, citata.