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spigliato modo di trattare la figura, del suo intelligente metodo di composizione. Ma in nessuna circostanza il Besarel aveva presentati oggetti di tanta eccellenza e di tanta varietà come si piacque fare a Vienna.
Egli si rivelò là nel suo più grande splendore artistico, e fino dal primo momento che i suoi lavori furono scoperti alla pubblica vista, ebbe la soddisfazione di sentirli grandemente encomiati.
Un giorno mentre egli intendeva alla collocazione loro, un personaggio a lui incognito si fermò davanti a quegli stupendi lavori, e sorpreso della loro bella composizione, non potè frenarsi dallo stringere la mano al Besarel, esclamando: onore a Voi, onore a Venezia, onore all’Italia. Quel personaggio era il Barone Schwarz-Senborn, direttore generale della esposizione.
Il grandioso caminetto sorretto da due cariatidi fermava l’attenzione generale per la sua bella composizione, per i suoi ornati larghi e bene intesi, e per la disinvolta maniera colla quale era stato eseguito. Troppo lungo sarebbe qui l’analizzare tutti i mobili esposti dal Besarel al giudizio del giurì, il quale dopo averli attentamente esaminati dovette convincersi che erano meritevoli della più alta ricompensa; e difatti per voto unanime fu aggiudicato loro il gran diploma d’onore.
Il Besarel si meritava per molti rispetti una tale onorevolissima distinzione, e principale fra tutti era quello di aver sempre progredito nell’arte, e averla applicata non solo al legno quanto al marmo, che egli tratta colla medesima valentia. Ma la sua maggiore predilezione fu sempre ed è per il legno, il quale forse con più sollecitudine si presta a tradurre in atto i grandiosi concetti della sua mente. Ed in questo il Besarel è degno seguace ed imitatore del suo illustre concittadino Andrea Brustolon che sempre preferì il legno al marmo, perchè con maggior prontezza si adattava aH’effettuazione dei suoi maravigliosi concetti. 11 Besarel però ha saputo dare ai suoi mobili una impronta di buon gusto fben diversa da quella del Brustolon, che vivendo un secolo prima, dovette subire gl’influssi del barocchismo, che allora era in gran voga. Ma nello stesso tempo che il Brustolon seppe resistere alle perniciose influenze artistiche del suo secolo, e arditamente iniziò una nuova scuola nella sua patria, così il Besarel senza allontanarsi gran fatto dallo stile di quel famoso suo predecessore nell’arte, ha saputo imitarne il bello, e modificarne quelle parti, che male si sarebbero adattate al vero buon gusto del secolo presente, nel quale la professione dell’intaglio in legno fece mirabili progressi.
Il Besarel sente sempre altamente dell’arte, e dell’amor di patria, e animato di nobile entusiasmo, fino dal 1861 sfidò grandi perigli per concorrere alla prima esposizione italiana di Firenze. Il suo paese allora era soggetto a dominazione straniera, e gravi sciagure incoglievano a chi lasciava trapelare nazionali aspirazioni.
Quale strano contrasto! Nel 1861 il povero Valentino Besarel fu sul-