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buona accoglienza, che egli forse avrebbe sperato. Gli animali fantastici che egli pose ad ornamento di quel caminetto erano egregiamente intagliati, ma non armonizzavano col resto dei graziosi ornati di cui era ricco il frontone.
Le sagome delle sue sedie furono considerate buone, ma però non ottennero il favore che si ebbero i suoi sgabelli, i suoi saggi mirabilissimi di ornato; e. specialmente le sue bellissime candelabre, le sue eleganti cornici, i suoi venustissimi stipetli ed altri piccoli oggetti, nel qual genere di lavori egli è superiore a molti suoi colleghi nell’arte dell’intaglio in legno.
La maniera cinquecentista del Frullini si rivelò quantunque volte egli sottopose all’esame del pubblico e dei giurati i suoi cospicui lavori, e ovunque seppero meritargli ben giuste distinzioni.
Premiato con medaglia di argento all’esposizione universale di Parigi del 1867, egli ha sempre filiti notevoli progressi nell’arte da lui nobilmente professata.
Il suo laboratorio e per numero di operai, e per rilevanza di commissioni è senza contrasto e bene a ragione reputato il primo di Firenze. Non può bensì paragonarsi ai grandi stabilimenti di Francia, d’Inghilterra, della Germania e del Belgio, ove maggiori sono gl’impulsi, e più colossali i mezzi di cui dispongono quei primari artisti. Nulladimeno Luigi Frullini è un nome assai conosciuto ed apprezzato anche all’estero, ove annualmente vanno i suoi lavori ad ornare reggie, musei, e signorili abitazioni.
Per tutti questi motivi i giurati italiani sentirono tutta la giustizia e il dovere di reclamare per esso un diploma d’onore. Il giurì però fu molto perplesso nell’accordargli questa suprema onorificenza, e mentre constatò il progresso fatto nell’arte dal Frullini, non volle convenire della eccellenza di tutti i suoi lavori, e non seppe encomiare la forma e la composizione di un suo gran mobile destinato a contenere i tabacchi della Regffa Italiana. Tenne censurato in quel mobile il busto esprimente l’augusta effigie del Re d’Italia, e lo spiacevole effetto degli animali fantastici che reggevano il tutto. Convennero i giurati potersi e doversi accordare al Frullini una medaglia del progresso, ma non furono concordi nel doverglisi concedere il gran diploma d’onore. Riunite le sezioni del gruppo per discutere sulla proposizione sostenuta dai giurati italiani e da qualche altro loro collega, dopo lunghissima discussione, venne finalmente concesso al Frullini il contrastato diploma d’onore, a sola pluralità di voti, e colla espressa condizione di doversi ciò inserire nel protocollo generale, e nelle speciali relazioni.
Malgrado questo severo esame al quale andarono soggetti i suoi lavori, può però il Frullini chiamarsi ben contento della onorificenza avuta, imperocché non può dirsi essergli toccata senza gravi contrasti, e senza ac-